La Mostra

A pochi anni dalla clamorosa scoperta dei due circoli orientalizzanti del Sodo, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana e il MAEC di Cortona espongono per la prima volta al pubblico i corredi del II circolo funerario (circa 150 pezzi riferibili alla fine del VII secolo a.C.), ed una serie di oggetti mai visti rinvenuti nei siti archeologici del territorio (la villa romana di Ossaia, il palazzo principesco di Fossa del Lupo) oltre che una nutrita serie di prestiti concessi dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze.

La mostra, corredata di catalogo, intende comunicare in via preliminare al visitatore tutte le fasi di quella “catena di montaggio”, che vanno dallo scavo archeologico al recupero dei materiali, dalla diagnostica preliminare, al restauro vero e proprio, fino allo studio e all’esposizione che anticipa il “museo che verrà”.
In particolare il focus dell’attrazione è costituito dal mondo del restauro, del quale si illustrano i principi ispiratori e l’evoluzione nel tempo (dall’età antica a quella moderna), le problematiche rispetto ai materiali oggetto del recupero (ceramica, metalli, legno, vetro, osso), utilizzando, novità assoluta nel panorama espositivo, i reperti rinvenuti negli scavi più recenti presentati a vari stadi di recupero, svelando così il lento e paziente operare di chi sta dietro le quinte.

La presentazione di tanti inediti è l’occasione naturalmente per fare luce su una delle fasi più antiche del territorio di Cortona, caratterizzata dalla cultura dei circoli funerari, che ha preceduto di poco il fiorire di quella dei principi, ben espressa dalle tombe note localmente con il nome di “meloni”, di cui l’esempio più importante è costituito dal tumulo II del Sodo, degli inizi del VI secolo a.C.

Lo spirito che anima l’allestimento si propone di fare emergere, in maniera puntuale, l’aspetto didattico dei problemi, avvalendosi anche di tecnologie 3D, disegni e diorami ricostruttivi, video e filmati, che possono essere integrati da strumenti editoriali e laboratori espressamente progettati per l’evento.

Il percorso della mostra

Sala 1

La ricostruzione di una tomba del II circolo orientalizzante del Sodo al momento della scoperta da parte degli archeologi, con il suo corredo così come rinvenuto, aiuta a calarci nell’atmosfera dell’oltretomba, immaginandoci di essere entrati nella sala attraverso una sorta di dromos.

Sala 2

In questa sala vengono introdotti i principi generali del recupero e del restauro dei materiali archeologici, raccontano l’evoluzione di tale pratica dal mondo antico fino ad ora; al riguardo vengono presentati prima esempi di restauro antico per passare poi a quelli di restauro effettuato in epoca moderna o contemporanea, servendosi di reperti provenienti sia dal territorio cortonese che da altre aree. Inoltre, vengono illustrate le operazioni che portano alla replica di reperti ed alla fabbricazione di parti mancanti da integrare.

Sala 3

Nella terza sala, sono spiegate le tematiche del recupero dei materiali, inteso come prelievo del reperto dal terreno, il suo eventuale recupero e micro-scavo in laboratorio, fino a descrivere le fasi di diagnostica, restauro, pulitura, assemblaggio, integrazione, avvalendosi dei corredi che provengono dalle tombe dal circolo II del Sodo. In questo ambito, è sottolineata l’importanza della diagnostica con la quale, mediante opportune tecniche di analisi, viene caratterizzato il materiale costitutivo del reperto, il suo stato di degrado, acquisendo informazioni propedeutiche ad un suo corretto restauro; in questa sala iniziano anche ad essere presentate le varie tipologie di materiali rinvenuti nelle tombe nei loro diversi stadi di recupero, cominciando con la ceramica e il bucchero.

Sala 4

nella quarta sala, prosegue la presentazione delle tipologie di materiali rinvenuti nelle tombe nelle loro diverse fasi di recupero, con i metalli (ferro e bronzo), l’avorio e l’ambra. Il percorso termina con l’esposizione di materiali completamente restaurati e con la ricostruzione di una tomba del II circolo orientalizzante del Sodo, così come presumibilmente doveva essere al momento della sua costituzione oltre 2.600 anni fa. Una gigantografia e una suggestione 3D ricreano il momento della cremazione del defunto e del corteo funebre. Al centro della sala sono inoltre esposte un’armatura apula con un elmo di tipo frigio da collezione privata, presi come splendidi esempi di grandi restauri.